Addio Lugano bella

Switzerland, August 2000
FILM, Documentary, 70 min.

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directed by: Francesca Solari
Written by: Francesca Solari
Status: In distribution

As a result of judicial proceedings the female narrator/protagonist/director is forced to relive the memory of her revolutionary past and resume old habits. In her efforts to defend a man who has been caught up in the wheels of “mediatised” justice, she receives support from one of the old revolutionary leaders of the period, Oreste Scalzone. He continues both to practise and defend the credo of these early days, obsessed by a need to keep their meaning from being betrayed, and to avoid corporal punishment. Reflecting on the past, the narrator thinks back on the selfless way her father accepted her revolutionary stance and showed understanding, even though it caused him suffering. Shortly before his unexpected death she succeeds in expressing her gratitude. In the meantime the idea of the film has begun to take shape. The bond with Giorgio Bellini, the man caught up in the judicial proceedings, has been strengthened by the desire to capture it on film. Memory can be used as a path to free the mind from the dead weight of old resentments, through the power of love. The words she managed to find again for her father have helped to break the circle of rebellion/dependence which tied the director to men, and to the world as it is. The relationship with her mother suddenly appears in an entirely new light.

La protagonista narratrice e regista è spinta da un affare giudiziario a ripercorrere il ricordo e le consuetudini del passato di rivolta. Nel suo tentativo di difendere l'uomo preso nell'ingranaggio della giustizia spettacolarizzata, trova il sostegno di uno dei leader di quegli anni, Oreste Scalzone, che vive coltivando e difendendo le verità di quella vita passata, consumato dalla necessità di non lasciarne tradire il senso, penalizzare i corpi. Rivisitando il passato matura una riflessione sulla figura paterna che, senza contropartita e sebbene ne abbia sofferto, ha accettato e capito la sua ribellione. Riesce a esprimergli gratitudine poco prima della sua morte inattesa. Intanto l'idea stessa del film si è fatta strada. Si è consolidato, con la volontà di ridargli un'immagine, il legame con Giorgio Bellini, l'uomo che era stato preso nell'imbroglio giudiziario. La memoria può essere attraversata per liberare la progettualità dell'amore dalla zavorra dei risentimenti. Le parole ritrovate per il padre rompono il cerchio di ribellione-dipendenza che legava la regista agli uomini e al mondo così com'è. Si illumina allora di una luce nuova il rapporto con la madre.